13/05/14

Sul tempo - Riflessioni controllate 1


"L'uomo moderno crede di perdere qualcosa - il tempo - quando non fa le cose in fretta; eppure non sa cosa fare del tempo che guadagna, tranne che ammazzarlo.
Erich Fromm


Questo aforisma di Fromm rispecchia bene la condizione dell'uomo moderno occidentale. Penso ci siano ancora uomini che riescono ad affrancarsi dalla dittatura del progresso ma questi sono certamente di altre culture.

Purtroppo il paradigma odierno prevede che il tempo dell'uomo sia dedicato per la maggior parte al lavoro e al sonno: sommando otto ore lavorative e otto ore di sonno più un tre/quattro ore spese tra traffico, alimentazione, cura personale cosa resta da fare nel tempo cosiddetto libero?
Un individuo che non avesse a disposizione del tempo libero da poter dedicare interamente a se stesso non potrebbe dirsi certamente libero. Ma quando anche avesse del tempo a disposizione, se non avesse qualcosa "da fare" si sentirebbe spesso a disagio in compagnia di se stesso.
Molti hanno paura di restare da soli dato che non riescono a sopportare il rapporto con la parte più intima, e più estranea direi, di loro stessi. Ecco che l'uomo moderno ha a disposizione una fiumana di distrazioni per ammazzare il tempo libero: smartphone, televisione, shopping ecc. sono ottimi alla funzione.
Anche l'uomo più ricco del mondo padrone di questo e di quello potrebbe benissimo non essere padrone della cosa più importante, cioè se stesso.
La noia, questa maltrattata condizione, è messa al bando. Bisogna industriarsi ad ammazzarla con ogni mezzo.
Molti poi pensano bene di coltivare le relazioni interpersonali cercando di averne quante più possibile così da poter ovviare in ogni momento alla condizione di esser solo. C'è una canzone dei Placebo intitolata Too Many Friends che spiega bene cosa voglio dire

"I've got too many friends too many people
That I ll never meet, I'll never be there for
I'll never be there for, 'cause I'll never be there"

"Ho troppi amici, troppa gente
Che non incontrerò mai, per cui non sarò mai disponibile
Non ci sarò mai per loro, perchè non sarò lì"

Mi sembra rappresenti anche una buona metafora all'utilizzo di Facebook, ma preferisco non approfondire.
Quindi perché non coltivare se stessi una buona volta, affrontare se stessi in solitudine e imparare a conoscersi per quello che si è davvero e non per quello che gli altri pensano di noi?
Magari un giorno, arrivati per esempio alla famigerata soglia pensionistica (lo so i giovani non ci penseranno a questo) ci si ritroverà troppo tempo per se stessi non scandito più dal tempo da lavoro e cosa succederà? Si entrerà in crisi poiché non si sa cosa fare del tempo guadagnato.
Il problema è che il processo relativo all'incontro con se stessi è un processo in divenire, bisogna costruirsi a poco a poco le condizioni per poter essere in grado di poter vivere con se stessi in armonia.

Poiché, come ben sapeva Seneca, il tempo è l'unica cosa veramente nostra che la natura ci ha dato e non è vero che non abbiamo tempo è vero invece che ne sprechiamo molto.

Nessun commento: