05/08/11

Il tempo ci fotte, inesorabilmente


L'uomo moderno crede di perdere qualcosa - il tempo - quando non fa le cose in fretta; eppure non sa che cosa fare del tempo che guadagna, tranne che ammazzarlo.
Erich Fromm

Lo stereo che ho in camera venne comprato nel 1993.
All'epoca decisi di spendere qualche lira in più, sempre nei limiti delle possibilità delle finanze famigliari, puntando sulla qualità che avrebbe garantito, oltre che prestazioni dignitose, una certa durata nel tempo.
Più di 14 anni dopo funziona ancora alla perfezione, in maniera commovente, ripagando in tal modo quella spesa.

Pensavo oggi allo stereo che ho in camera leggendo un articolo di Emanuela Zuccalà sulle pagine dell'inserto del Corriere della Sera, quotidiano che ogni tanto si intrufola in casa.
La giornalista analizzava il fenomeno dei nuovi elettrodomestici progettati appositamente per avere una durata limitata, affinché la produzione e il consumo degli stessi possa procedere a ritmi sempre elevati.
Ed in particolar modo per il settore degli apparecchi tecnologici, l'obsolescenza è raggiunta in tempi molto rapidi: i telefoni cellulari sono pensati per avere una durata di due anni al massimo, come i computer e in generale tutta la tecnologia che ci circonda.

Uno stereo del 1993 ancora funzionante in questo contesto rappresenta una anomalia; ed effettivamente molti settori produttivi andrebbero in grave crisi se tali durate fossero la norma.
Eppure, non può non trasparire una illogicità di fondo in tutto questo, in una era come la nostra tecnologicamente così avanzata che però non sfrutta le conoscenze acquisite fino in fondo, laggiù dove ci si attenderebbe che venissero applicate; televisori progettati per durare 30 anni, macchine studiate per consumare poco e durare per una generazione, tostapane insensibili allo scorrere del tempo: non si tratta di utopie.

Il fatto che tali oggetti non esistano sul mercato è frutto di una scelta ben precisa.
E' noto ad esempio come la Fiat pose fine alla produzione delle prime 500 perchè troppo resistenti.
Erano costruite come una macchina andrebbe costruita, e non si rompevano mai.
E quindi non venivano cambiate, e la produzione di nuove autovetture tendeva a fermarsi.
Attualmente gli oggetti "di consumo", termine orrendo, sono studiati per essere deperibili rapidamente.
C'è una perversa illogicità in tutto questo.
Sicuramente una tendenza che non potrà durare a lungo.

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