14/05/14

Accettare ciò che siamo - Riflessioni controllate 2

Niente è più difficile che accettare sé stessi.
Max Frisch

Quante volte siamo stati costretti a guardarci allo specchio e a negare l'evidenza? No, quello lì non sono io: io non sono così, non è vero quello che gli altri dicono di me. E, invece, a poco a poco ci si rende conto che nelle nostre contraddizioni c'è un fondo di verità. Non credo sia un male, anzi è un buon modo per capire che alcune cose fanno parte di noi. Tratti del carattere e della personalità sono passibili di cambiamento.

Un grosso problema si palesa quando per giudicarci utilizziamo criteri e opinioni sociali. Non penso esista niente di meglio e di più utile a un essere umano che il riconoscimento dei suoi tratti fondamentali: è un vero bene riconoscere il proprio egoismo, la propria avarizia, la propria mancanza di umiltà e via discorrendo. Tutto ciò servirà a riflettere meglio la nostra immagine allo specchio.

Questi tratti essenziali, proprio per la loro essenzialità, costituiscono la nostra natura. La saggezza subentra quando si riesce a guardare se stessi con l'occhio dell'osservatore esterno e in questo modo mitigare e valorizzare le proprie defezioni. Nessuno, in definitiva, è perfetto per dirla con l'adagio popolare.

Parlando di perfezione potrei far notare il guscio di quella meravigliosa lumachina. A mio avviso essa racchiude la bellezza e l'armonia dell'intero universo. La spirale che si dipana dal centro del guscio si può trovare agevolmente in natura se solo si hanno occhi per guardare e osservare.

Cosa c'entra una lumaca con l'accettazione di se stessi? Quella lumaca penso abbia colto meglio di chiunque altro un consiglio del poeta romano Aulo Persio Flacco quando afferma che un uomo dovrebbe imparare a vivere con se stesso.

1 commento:

il monticiano ha detto...

Sinceramente affermo e ti prego di credermi, almeno quei tratti fondamentali che tu elenchi non fanno parte di me. Altri difetti ne ho, ma credo sia impossibile non averne.
Un sakluto,
aldo.