19/04/11

Verità e verità





Oggi parlerò di quello che ho imparato fino adesso sulla verità. La scrivo con la minuscola perché la Verità, con la maiuscola, la sapremo solo quando abbandoneremo i nostri corpi fisici.
Adesso che siamo qui dobbiamo confrontarci ognuno con le sue verità.

Avete mai pensato a come vi siete sentiti quando nella ricerca della verità su qualcosa più andavate avanti e più vi rendevate conto del fatto che eravate consapevoli che quella verità era quasi sempre prossima al vostro sistema di vedere le cose?
Mi spiego: quando ricerchiamo la verità, tentiamo sempre di plasmarla secondo il nostro singolo punto di vista. Raramente riusciamo a staccarci dalle nostre convinzioni, opinioni e dal nostro grado di giudizio.

Quando ci sentiamo vicini alla verità questa non è quasi mai come ce la aspettavamo.

Altro problema è quando dobbiamo porre la nostra verità nelle mani di qualcuno. Ancora è molto difficile che si riesca a far capire o, peggio, accettare una verità.
Pensate a tutte le volte che avete scoperto qualcosa e vi siete sentiti nella condizione di dover condividere questa scoperta: penso che buona parte delle volte il vostro interlocutore sia stato restio ad accettare le vostre parole.

E' da quando studio la storia degli ultimi 60 anni della Repubblica e le varie connessioni tra Stato e stragi che mi rendo sempre più conto che la verità pochi la cercano e, soprattutto, nessuno la vuole sapere.

Si preferisce vivere come sempre, senza preoccuparsi troppo del "tanto non mi riguarda". Potremo mai rendere giustizia alla memoria di morti innocenti se non riusciamo nemmeno ad accettare una piccola verità?

Io per quanto possibile continuerò a voler sapere e far sapere. Inevitabilmente, entrerà in gioco il libero arbitrio e il senso critico di ognuno e lì il nostro compito si sarà fermato: perché la verità non si impone.

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