31/12/11

Próxima estación: Esperanza



Il testo che segue è di Elisabetta Gueli

In questi ultimi trent’ anni si è svolto un grande lavoro continuo, incessante, di affinamento della mente e di sollevamento della materia. Abbiamo sperimentato la creatività e la distruttività. Chi ne è uscito indenne si è evoluto, altri sono periti. Molti altri, illudendosi di restare fermi, si sono impantanati nelle paludi del dubbio, della paura incontrollata, e sono regrediti. Nulla resta mai fermo, tutto scorre, e ciò che non avanza torna indietro. Soprattutto, i più non hanno compreso quanto le loro menti e le loro intelligenze, pur vivaci e peculiari, fossero disarmoniche e distruttive. Altri più fragili e scossi, si sono rifugiati nell’alveo accogliente e malfermo della follia. ”Quos perdere vult deus insanit”, “Il dio/dea fa impazzire coloro che vuole perdere”. Un giorno verranno offerte loro altre occasioni. Altri hanno aperto siti e blogs, dato alle stampe libri, promosso conferenze, allo scopo di condividere saggezza e presenza di spirito, informazioni ed analisi, e di far salire la consapevolezza necessaria al presente da affrontare ed al futuro da costruire. Mi piace pensare con riconoscenza a questi individui coraggiosi, che si sono esposti in prima persona e che tengono accese tante piccole fiaccole per la crescita comune.

 

Abbiamo compreso l’ambiguità degli spacciatori di parole di compassione e di amore, incapaci tuttavia di provarne una sola briciola vera, sentita, sincera. Bisogna essere ciò di cui si parla o scrive, per essere credibili al di là delle apparenze, altrimenti si è solo dei megafoni che si sgretolano alla luce dell’evidenza e della realtà. E la compassione o c’è o non c’è, o è verso tutto e verso tutti, o non è compassione. Non è un sentimento che funzioni a corrente alternata, o che possa rivolgersi a tutti meno uno. E’ onninclusiva ed onnicomprensiva, non parziale od escludente. Tutto ciò che rende non credibili questi altoparlanti dei buoni sentimenti è apparso nella sua cruda, icastica evidenza. Le loro parole sono andate in frantumi perché nostro compito è anche quello di smascherare il vero dal falso, in una continua opera di discernimento. E sono comunque profondamente convinta che ognuno cerchi, nel suo piccolo, di fare del suo meglio. Abbiamo conosciuto personaggi che elaborano parole in maniera elegante e rarefatta, credendoci e dando loro fiducia, senza scorgere la doppiezza dei loro intenti e la vacuità del loro sentire, i non-sentimenti del loro non-cuore. D’altra parte, chi non ha un cuore non può costruirselo.

C’è chi ti pesta un piede e chiede scusa, ma ti calpesta il cuore senza neanche dire “Mi dispiace…”. Assistiamo allo spettacolo dell’ipocrita educazione borghese, funzionale alla menzogna ed anche al vivere civile, ma percepiamo che ciò che manca è una vera Educazione dell’Anima, la sola in grado di consegnarci alla nostra primigenia natura di Esseri Umani di Luce, che ci indirizzi a non fare del male ad alcuno, ma di operare costantemente il bene con saggezza. Abbiamo sperimentato l’amore umano e ci siamo spuntati le unghie sul muro d’indifferenza dell’altro. Ma anche chi esercita il suo infantile narcisismo assiso sul suo seggiolone mentale egoico, perso nel suo delirio solipsistico e dedito al suo onanismo mentale, deve ricevere la sua dose di amore puro, sincero, spontaneo e disinteressato. Come viatico sul suo cammino. Un grande ego un giorno sarà una grande spiritualità, e noi nel presente lavoriamo per l’Eternità. Chi non è stato toccato dall’amore pur avendolo sperimentato, può solo sperare che il dolore che la Vita somministra, un giorno sia talmente dirompente e schiacciante da fargli aprire il cuore rimasto chiuso. A chi non sceglie di crescere nell’Amore resta infatti solo la Via del dolore.

Molti hanno cercato e perseguito la Via della meditazione, senza sapere che potrebbero meditare per mille anni, ma se non aprono il cuore ad un sincero sentimento di compassione, resteranno manichini alla tavola della Gioia e dell’Amore, maschere ammantate di spiritualità ma nere dentro, con la parte Ombra sempre attiva e preponderante. E’ passato il tempo della scelta di campo. Oggi chi c’è c’è, chi non c’è avrà altre occasioni al prossimo Kali Yuga. Alcuni continuano a perseverare nel sonno. Ed invece bisogna agire i propri sogni, dare loro corpo, altrimenti saremo solo ombre nei sogni degli altri. Tanti, troppi, strada facendo hanno perso la leggerezza…

Abbiamo cercato di cambiare sempre pur restando noi stessi. Non ci siamo fatti mancare nulla. L’Io, l’Es, l’Id, l’Ego, il conscio e l’inconscio dei teorici dell’anima, la cultura e la subcultura, l’approfondimento e la superficialità, le analisi prive di sintesi e di modalità operative, e dunque ridotte a mero esercizio di autocompiacimento. La parola, nata con valenza magico-evocativa, si è trasformata nel tempo nel suo simulacro. Non crea più mondi od esseri viventi, ma serve a perpetuare la menzogna ed a mantenere l’illusione, perché assieme alla coscienza abbiamo perso anche il potere del Suono. Troppe parole hanno ucciso il Suono creativo, ed il parlare degli umani è divenuto una cacofonia dissonante. Abbiamo scritto, letto e pronunciato molti luoghi comuni, frasi fatte ed ovvietà, essendo l’originalità prerogativa di spiriti liberi. Di libertà ce n’è tanta, sono gli uomini e le donne libere che mancano. Mai come ora la libertà causa sacro terrore a chi trova sicurezza nel gregge, poiché essere liberi comporta l’essere re-spon-sa-bi-li. Meglio dunque il calore e la comodità del gregge, o la falsa sicurezza del denaro e dei beni materiali, piuttosto che il rischio della navigazione a vista, i pericoli del mare aperto, il sano esercizio del coraggio e della vita vissuta come meravigliosa avventura. Ignorando che entrambe le strade comportano dei rischi, ed il rischio di chi sceglie la sicurezza è quello di perdere la sua Anima.

L’angolo di visuale dell’essere umano medio è quello del ratto, basso ed a breve raggio. Inutile dire ad alcuni di sviluppare l’osservazione dell’Aquila. Essi sono, per scelta e per volontà, incapaci di una visione dall’alto. La loro prevalente natura animale, l’uso incontrollato del cervello rettiliano, le pulsioni inconsce e la confusione dei loro spiriti, di cui mai hanno appreso il linguaggio, e dei loro impulsi emotivi, di cui mai hanno acquisito padronanza, ne fanno i moderni carnefici dell’umanità. Il tutto corroborato e sostenuto da una grande arroganza, da un malcelato senso di superiorità, da insanabile egocentrismo, da istinto dì rapina. A loro si può rivolgere il nostro più genuino sentimento di compassione, poiché sono quelli che più ne hanno bisogno. Pochissimi hanno visto la Terra dallo spazio, molti di noi l’hanno osservata da una quota di diecimila metri. Ebbene, non siete rimasti colpiti dall’aver colto come non esistano confini, barriere, ma che le terre si susseguono alle terre, interrotte solo dai mari-oceani, e che tutte le terre possono e devono essere percorse dall’umanità presente sul Pianeta?

Non sentite come parole un tempo fondanti la civiltà, quali democrazia, tolleranza, libertà, diritti, usate ed abusate da chi ne ha fatto strumento di sopraffazione, suonino false e vuote, obsolete ed inani? Anziché sputare parole a raffica, dovremmo essere testimoni silenziosi della gioia, dell’amore, della vita.

Per cercare di sollevare il pensiero dalla cortina fumogena dell’inconscio collettivo pesante e stratificato alcuni hanno parlato di Spirito, Anima, Nìrvana, Illuminazione, Sé, Coscienza, Consapevolezza, Desideri, Passioni. Meri artifici letterari, strumenti linguistici, sistemi di coagulazione, richiami per uccelli, campanelli per il risveglio. Servono a metterci in un atteggiamento di ascolto e di attenzione, a farci alzare lo sguardo al cielo in una notte stellata per ascoltare il richiamo degli astri, anziché osservare sempre e soltanto le deiezioni dei cani sui marciapiedi, ad entrare in contatto con la parte più profonda di noi, che ci attende silente ed incontaminata nella sua dimensione parallela e contigua. E comunque tutto è giusto ciò che accade, ciò che accadrà. Ognuna di queste parole serve soprattutto a farci definitivamente comprendere che l’Alto e il Basso, la Luce e l’Ombra, il Tutto, l’Anima, il Sé, l’Illuminazione, il Nìrvana, i Mondi e l’Universo, perfino i Maestri, non esistono. Nulla esiste.

L’unica vera realtà esistente è l’Amore.
Che solo può farci cadere fra le braccia dell’unico, vero Maestro attuale, il Silenzio.

2 commenti:

Santaruina ha detto...

Alla fine, si tratta ancora dell'arcaica, ed eterna, lotta tra "creazione" e "dissoluzione".

Aquile o ratti, dovremmo applicarci per edificare un qualcosa..

A presto :-)

sR ha detto...

Sempre quella!

:)