31/08/11

Fardelli d'Italia

Scritto il 27/04/2010
L'anno prossimo, come è noto, ricorrono i 150 anni dell'unificazione italiana. I preparativi sono già in moto da tempo e le istituzioni dello Stato sono all'opera per rendere omaggio a questo evento.

Da par mio, non ho nessuna voglia e nessun bisogno di festeggiare alcunché. Amo l'Italia in senso puramente geografico, così come amo tutti i luoghi di questo magnifico pianeta. Ma la Patria, il Paese, no non lo amo affatto. Amo le persone, i luoghi, la terra, il mare ma non le creazioni fittizie.

Del resto non ho scelto io di vivere qui, mi ci sono ritrovato. 

Non vedo cosa ci sia da festeggiare: in 150 anni, ad esempio, Nord e Sud non si sono mai avvicinati, anzi. Nel viaggiare tra Nord e Sud ci si rende sempre di più conto delle enormi differenze che popolano la penisola. A dire il vero a me piace molto questa diversità ed è ciò che rende bello il non-essere italiani.

Prendete un tizio di Aosta, di Pordenone, di un villaggio del Trentino, uno di Asti, uno di Genova, uno di Prato, uno di Città di Castello e giù via a scendere: cosa hanno in comune se non la nazionalità scritta sulla carta d'identità?

Quest'anno saremo uniti come nel 2006, nel 2002, nel 1998 perché ci sono i mondiali di calcio. Finita la baldoria io ritorno al Sud e tu resti al Nord.

Ci sono moltissimi italiani del Nord che non sono mai andati al Sud:"E figa, io al di sotto di Roma non vado!" Così come ci sono, ad esempio, molti Siciliani o molti Sardi che non hanno mai visitato il Continente, cioè l'Italia peninsulare.

Le contraddizioni di 150 anni non si possono sanare con dei monumenti, con la toponomastica rivisitata in chiave risorgimentale, con il tricolore sui comuni. La stessa Storia del Risorgimento andrebbe rivisitata e corretta, poiché necessita di integrazione con quella meridionalista.

Quanti sanno che la corona inglese ha sponsorizzato la spedizione dei Mille? E quanti sanno che come per la Rivoluzione Americana e quella Francese, il Risorgimento Italiano e l'unificazione della penisola sono stati sponsorizzati dalla Massoneria? Non che ciò sia negativo, sia ben chiaro: è solo che nessuno ce lo dice mai.

I Fratelli d'Italia non siamo noi, sono i fratelli massoni che si sono autocelebrati con questo inno.
Vie a Mazzini, piazze a Garibaldi, monumenti al Re: questa è la celebrazione del 150esimo anniversario dell'unità.

Per non parlare delle stragi di contadini inermi uccisi solo per aver rifiutato di donare le loro terre alla neonata nazione: si veda questa foto.
Sono le teste mozzate e messe in teche di legno che servivano da monito per chi si ribellava (per altre info QUI)

Io, se posso, me ne tiro fuori. 

5 commenti:

il Russo ha detto...

Questo post è valido oggi come un anno fa.
Però mi tocca darti una brutta notizia: finchè starai in questo sciagurato Paese ci sei dentro fino al collo, poi sta a te decidere (e saresti in numerosissima compagnia, non posso biasimarti) se tenere lo stesso fuori e la testa sottoterra...

sR ha detto...

Russo,
la parte dello struzzo la sto via via abbandonando.

il Russo ha detto...

Non avevo dubbi.

p.s. Ti ho (ri)messo nella mia bloggroll, ribentornato!

Guisito ha detto...

Io amo l'Italia non solo per la sua bellezza geografica, ma soprattutto perché parlo la lingua più bella del mondo, poi perché calpesto lo stesso terreno che hanno calpestato Dante,Michelangelo, Vivaldi, Verdi,Caravaggio, Garibaldi e mille altri splendidi astri, e mi fermo qui, e non avrei voluto nascere in nessun altro luogo di questo mondo.

sR ha detto...

Guisito,
indubbiamente. Ma io ho sollevato anche altre questioni che ritengo cruciali.